venerdì 25 luglio 2008

contratto nazionale del commercio

Rinnovo del CCNL per i dipendenti da aziende del terziario della distribuzione e dei servizi.Il 17 luglio si è conclusa la fase negoziale per il rinnovo del CCNL scaduto il 31 dicembre 2006. Il nuovo CCNL ha validità fino al 31 dicembre 2010. La trattativa, che è durata oltre diciotto mesi, ha avuto un epilogo del tutto inusuale per il nostro settore, in quanto è stato sottoscritto dalle organizzazioni Fisascat – Cisl e Uiltucs – Uil, con l’esclusione, pertanto, della Filcams – Cgil e ha interessato sia la parte economica e normativa del contratto che i temi dei diritti sindacali e del mercato del lavoro. PARTE ECONOMICA Aumenti retributivi La soluzione individuata per la chiusura del negoziato è stata quella di prevedere effetti economici protratti per un quadriennio con un incremento lordo medio (quarto livello) di 150 euro fino al 31 dicembre 2010.La decorrenza dell’aumento – non assorbibile - salvo clausola espressa di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, è fissata al mese di febbraio 2008. Le decorrenze e gli importi dell’aumento, al quarto livello, sono i seguenti:- 55 euro dal 1° febbraio '08- 21 euro dal 1° dicembre '08- 34 euro dal 1° settembre '09- 20 euro dal 1° marzo '10- 20 euro dal 1° settembre '10. Arretrati Sono previsti arretrati per un importo di 252,24 euro (sempre calcolati sulla base del IV livello) da erogare in due tranche di euro 126,12 da corrispondersi con la retribuzione del mese di luglio e con la retribuzione del mese di novembre 2008. Per arretrati di importo inferiore o uguale all’importo della prima tranche, l’erogazione avverrà in unica soluzione nel mese di luglio 2008.Hanno diritto agli arretrati i lavoratori in forza alla data di sottoscrizione dell’accordo di rinnovo.L’importo di 252,24 euro è stato così determinato:- euro 42,04 rappresentata dalla differenza tra l’importo della tranche di aumento (55,00) di febbraio 2008 e il valore dell’IVC (12,96) moltiplicato il periodo del 2008 antecedente la data di sottoscrizione (feb – giu + 14^ mensilità = 6 mesi).Pertanto, gli arretrati spetteranno per intero solo a quei lavoratori ai quali non è stata corrisposta la erogazione unilateralmente determinata in occasione dello scorso mese di marzo, di 55 euro decorrenti dalla retribuzione del mese di aprile.Gli importi arretrati non sono utili a nessun fine con la sola esclusione del calcolo delle mensilità supplementari e del TFR. Indennità di funzione per i Quadri L’indennità di funzione per i lavoratori inquadrati come quadri è incrementata, a partire dal luglio 2008, di 70,00 euro mensili lordi, assorbibili al 50% da somme aventi analoga funzione. ISTITUTI CONTRATTUALI DI CATEGORIA Sono state modificate le quote di contribuzione dovute alla QUAS secondo le misure e cadenze di seguito specificate: QUAS: dal 1°/01/09 il contributo una tantum da corrispondere – a carico dei datori di lavoro - all’atto dell’iscrizione, per ogni lavoratore iscritto è incrementato di 38,00 euro; dalla stessa data il contributo annuo a carico dei datori di lavoro per ogni lavoratore iscritto è incrementato di 38 euro; il contributo annuo a carico dei lavoratori è incrementato di 8,00 euro. EST: dalla data di sottoscrizione del CCNL viene estesa agli apprendisti la cassa di assistenza sanitaria. FONTE: dalla data di sottoscrizione del CCNL viene estesa agli apprendisti la previdenza complementare con contribuzione ridotta: infatti per tutto il periodo di apprendistato, la contribuzione a carico del datore di lavoro sarà pari all’1,05%, comprensivo dello 0,05% a titolo di quota associativa, della retribuzione utile per il computo del TFR. DIRITTI SINDACALI E’ stata superata definitivamente la fase sperimentale della disciplina delle RSU.In materia di diritti sindacali è stata prevista al secondo livello di contrattazione la facoltà di sottoscrivere accordi per la definizione di un monte ore di utilizzo delle ore di permesso per i dirigenti sindacali. MERCATO DEL LAVORO Contratti a tempo determinato e somministrazione a tempo determinatoIn materia di contratti a termine e di somministrazione di lavoro a tempo determinato, è stato previsto di non ricorrere al periodo di prova per successive riassunzioni a termine per le medesime mansioni. Apprendistato E’ stata perseguita la scelta di una sempre maggiore fidelizzazione degli apprendisti incrementando all’80% la percentuale di conferma degli stessi per consentire nuove assunzioni con questo istituto. Contemporaneamente, sono stati estesi i trattamenti previsti per i lavoratori qualificati in materia di assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare, quest’ultima con una percentuale di costo dell’1,05%, a fronte dell’1,55% prevista per i qualificati. Contemporaneamente, è stata prevista per i nuovi assunti la fruizione graduale dei permessi retribuiti, con l’esclusione di quelli derivanti dalle ex festività che continueranno ad essere fruiti, in misura del 50% per la seconda metà del periodo per arrivare al 100% alla fine dell’apprendistato stesso.In materia di formazione è stata subito colta l’opportunità offerta dal DL 112/08 di uniformare i percorsi formativi secondo quanto previsto dal Protocollo Isfol 2002. Part Time Il monte ore settimanale minimo è stato portato a 18 ore per le nuove assunzioni o i nuovi passaggi a part time per le imprese con più di trenta dipendenti, dilazionando di 12 mesi l’incremento di orario per le aziende la cui struttura organizzativa – per la presenza significativa di part time a 16 ore – non consente un passaggio immediato al nuovo regime di orario. In ogni caso, saranno consentite intese diverse. ORARIO DI LAVORO Sono state concordate modifiche importanti del CCNL in applicazione di quanto affidato alla contrattazione collettiva dal DLGS 66/03, in materia di- lavoro straordinario: il tetto è passato a 250 ore e il periodo di riferimento per il calcolo della media delle 48 ore massime settimanali è passato a 6 mesi, con possibilità di arrivare a 12 mesi attraverso la contrattazione collettiva;- riposo 11 ore:in attesa della definizione al secondo livello di contrattazione, il contratto nazionale ha individuato alcune importanti ipotesi in cui è consentito – da subito – derogare all’obbligo delle 11 ore di riposo continuato tra una giornata e l’altra di lavoro. Si sottolinea in ogni caso che le 11 ore devono essere comunque complessivamente fruite nell’arco delle 24 ore e che, nelle fattispecie di deroga, è garantito comunque un riposo minimo continuato di 9 ore;- lavoro domenicale: rappresenta l’aspetto più dibattuto di questo rinnovo; si tratta di una norma avente funzione surrogatoria al secondo livello di contrattazione, che è stato individuato come il livello proprio per la sottoscrizione di accordi sull’argomento. Si fornisce uno strumento contrattuale che garantisce la copertura del presidio domenicale per un numero di domeniche pari almeno alle domeniche previste dalla legge Bersani più il 30% di quelle, in aggiunta, che fossero individuate a livello regionale. Tale prestazione viene compensata, in assenza di altre disposizioni in materia di trattamento economico, e fatte salve quelle migliorative già previste dalla contrattazione integrativa, con una percentuale unica, omnicomprensiva e non cumulabile, di maggiorazione, del 30% sulla quota oraria della normale retribuzione. Sono previste ipotesi di esclusione dalla prestazione suddetta. Tale disposizione disciplina lo svolgimento del lavoro domenicale svolto in regime di orario di lavoro normale e non straordinario, per il quale è stato, invece, modificato l’art. 132 del CCNL. APPALTI E TERZIARIZZAZIONI La disciplina degli appalti è stata completata con la previsione della richiesta del DURC alle aziende appaltatrici, mentre è stata disciplinata ex novo la materia delle terziarizzazioni delle attività di vendita con la previsione di una procedura di informazione e confronto. DIRITTI E TUTELE Si è intervenuto sulle materie del comporto per gravi patologie per consentire di usufruire di un congruo periodo per la guarigione clinica, sui congedi per la formazione individuale, sul diritto allo studio, sulla promozione di iniziative a favore dei lavoratori stranieri e sull’incentivazione alla erogazione di buoni spesa e buoni vacanza.Infine, sono state attribuite alla bilateralità ed agli strumenti del welfare contrattuale nuove ed importanti funzioni, unitamente ad un progetto mirato a garantirne una sempre migliore gestione e funzionamento. Riservandoci di affrontare successivamente eventuali approfondimenti in merito riportiamo di seguito le tabelle degli incrementi retributivi e degli arretrati ed alleghiamo il testo dell’accordo di rinnovo. Aumenti retributivi

QUALIFICATI
Livelli feb-08 dic-08 set-09 mar-10 set-10 totale
QUADRI 95,49 36,46 59,03 34,72 34,72 260,42
I 86,01 32,84 53,17 31,28 31,28 234,58
II 74,40 28,41 45,99 27,06 27,06 202,92
III 63,59 24,28 39,31 23,13 23,13 173,44
IV 55,00 21,00 34,00 20,00 20,00 150,00
V 49,69 18,97 30,72 18,07 18,07 135,52
VI 44,61 17,03 27,58 16,22 16,22 121,66
VII 38,19 14,58 23,61 13,89 13,89 104,16

OPERATORI DI VENDITA
totale
I categoria 51,92 19,82 32,10 18,88 18,88 141,60
II categoria 43,59 15,03 26,95 15,85 15,85 117,27
Livelli arretrati

lug-08 nov-08 TOTALE integrazione IVC
QUADRI 230,06 230,06 460,12 76,69
I 205,72 205,72 411,44 68,57
II 175,93 175,93 351,86 58,64
III 148,18 148,18 296,36 49,39
IV 126,12 126,12 252,24 42,04
V 112,51 112,50 225,01 37,50
VI 99,46 99,45 198,91 33,15
VII 83,00 82,99 165,99 27,66


OPERATORI DI VENDITA

I categoria 118,02 118,01 236,03 39,34
II categoria 96,63 96,62 193,25 32,21
tab. b - MINIMI CONTRATTUALI DA febbraio 2008

QUALIFICATI

Livelli Parametri paga base dal 1-02-08 altri el. contingenza+ EDR TOTALE mensile
QUADRI 250,00 1.434,83 180,76 540,37 2.155,96
I 225,20 1.292,50 537,52 1.830,02
II 194,80 1.118,00 532,54 1.650,54
III 166,50 955,59 527,90 1.483,49
IV 144,00 826,46 524,22 1.350,68
V 130,10 746,67 521,94 1.268,61
VI 116,80 670,36 519,76 1.190,12
VII 100,00 573,92 5,16 517,51 1.096,59


OPERATORI DI VENDITA

categorie
I 780,15 530,04 1310,19
II 654,98 526,11 1181,09
tab. c - MINIMI CONTRATTUALI DA dicembre 2008

QUALIFICATI

Livelli Parametri paga basedal 1-12-08 altri el. Contingenza+ EDR TOTALE mensile
QUADRI 250,00 1.471,29 250,76 540,37 2.262,42
I 225,20 1.325,34 537,52 1.862,86
II 194,80 1.146,41 532,54 1.678,95
III 166,50 979,87 527,90 1.507,77
IV 144,00 847,46 524,22 1.371,68
V 130,10 765,64 521,94 1.287,58
VI 116,80 687,39 519,76 1.207,15
VII 100,00 588,50 5,16 517,51 1.111,17

n.b. l'incremento dell'indennità di funzione dei quadri decorre da luglio 2008


OPERATORI DI VENDITA

categorie
I 799,97 530,04 1330,01
II 670,01 526,11 1196,12
tab. d - MINIMI CONTRATTUALI da settembre 2009

QUALIFICATI

Livelli Parametri paga basedal 1-09-09 altri el. Contingenza+ EDR TOTALE mensile
QUADRI 250,00 1.530,32 250,76 540,37 2.321,45
I 225,20 1.378,51 537,52 1.916,03
II 194,80 1.192,40 532,54 1.724,94
III 166,50 1.019,18 527,90 1.547,08
IV 144,00 881,46 524,22 1.405,68
V 130,10 796,36 521,94 1.318,30
VI 116,80 714,97 519,76 1.234,73
VII 100,00 612,11 5,16 517,51 1.134,78


OPERATORI DI VENDITA

categorie
I 832,07 530,04 1362,11
II 696,96 526,11 1223,07
tab. e - MINIMI CONTRATTUALI DA marzo 2010

QUALIFICATI

Livelli Parametri paga basedal 1-03-10 altri el. Contingenza+ EDR TOTALE mensile
QUADRI 250,00 1.565,04 250,76 540,37 2.356,17
I 225,20 1.409,79 537,52 1.947,31
II 194,80 1.219,46 532,54 1.752,00
III 166,50 1.042,31 527,90 1.570,21
IV 144,00 901,46 524,22 1.425,68
V 130,10 814,43 521,94 1.336,37
VI 116,80 731,19 519,76 1.250,95
VII 100,00 626,00 5,16 517,51 1.148,67


OPERATORI DI VENDITA

categorie
I 850,95 530,04 1.380,99
II 712,81 526,11 1.238,92
tab. f - MINIMI CONTRATTUALI DA settembre 2010

QUALIFICATI

Livelli Parametri paga basedal 1-03-10 altri el. Contingenza+ EDR TOTALE mensile
QUADRI 250,00 1.599,76 250,76 540,37 2.390,89
I 225,20 1.441,07 537,52 1.978,59
II 194,80 1.246,52 532,54 1.779,06
III 166,50 1.065,44 527,90 1.593,34
IV 144,00 921,46 524,22 1.445,68
V 130,10 832,50 521,94 1.354,44
VI 116,80 747,41 519,76 1.267,17
VII 100,00 639,89 5,16 517,51 1.162,56


OPERATORI DI VENDITA

categorie
I 869,83 530,04 1.399,87
II 728,66 526,11 1.254,77

martedì 1 luglio 2008

COMUNICAZIONE URGENTE A TUTTI I FREQUENTATORI DEL BLOG

SONO DISPONIBILI I VOLANTINI CHE ABBIAMO PREPARATO PER SPRONARE A FARE L'ASSEMBLEA SINDACALE SUI PROBLEMI DEL NEGOZIO.
CONTATTATECI SUL SITO SE NE VOLETE UN PO' DA DIFFONDERE!!!!!!

DI STRAORDINARIO C'E' SOLO IL MINOR COSTO!

Lunedì 02 Giugno 2008 19:34
La detassazione varata dal governo viene presentata come un rimedio al problema dei bassi salari, ma i conti parlano chiaro: la retribuzione netta di un’ora straordinaria è esattamente il 60% di quella di un’ora di lavoro ordinario. E anche il costo per l'azienda _ minore in proporzione. Perché non si chiede che vengano almeno pagate nello stesso modo?
Aldo Amoretti
E’ tempo di molti interventi a proposito di lavoro straordinario. Da molte parti viene sollecitata una misura di detassazione di modo che il povero Cipputi disponibile a lavorare oltre il normale si trovi un poco di soldini in più dentro la busta paga di ogni mese. Per taluni questa sarebbe la soluzione brillante al problema dei bassi salari. Le risposte di chi è contrario, specie dal fronte sindacale, sono imbarazzate.

E’ sorprendente che non si tiri fuori un argomento che io trovo importante e che è la ragione principale per la quale le imprese sollecitano tale soluzione: il lavoro straordinario paga meno e costa meno di quello ordinario. Quindi per le aziende c’è una convenienza doppia: è una flessibilità in più a minor costo. Più bello di così!

Molti restano stupefatti e scettici rispetto a questa affermazione perché è molto diffusa l’opinione contraria. Allora abbiamo fatto un po’ di conti su una situazione-tipo. Abbiamo preso come esempio il contratto del commercio assumendo il caso del quarto livello, cioè una figura centrale quale l’addetto/a alle vendite.

I conti del lavoro ordinario si fanno individuando la retribuzione annua come segue:

- retribuzione gabellare 9.257,52
- indennità di contingenza 6.290,64
- E.D.R. 24,84
- festività non godute (due) 99,83
- tredicesima mensilità 1.297,75
- quattordicesima mensilità 1.297,75
- trattamento di fine rapporto 1.353,21
- rivalutazione TFR (media 3 anni) 128,06
- fondo sanitario integrativo 120,00
- fondo previdenza complementare 283,16

TOTALE RETRIBUZIONE ANNUA 20.152,76

Diviso 1.639 ore lavorate nell’anno

RETRIBUZIONE DI UN’ORA ORDINARIA 12,34

Su questo importo l’azienda paga oneri sociali Inps e Inail per un importo di euro 3,81. Quindi un

costo orario del lavoro ordinario pari a euro 16,15

Il lavoratore, ipotizzando un monoreddito senza carichi familiari, pagherà un importo Irpef medio di euro 1,72 e subirà trattenute previdenziali per un importo medio di euro 1,14 , e quindi gli resteranno in tasca

NETTI euro 9,48 per ora ordinaria.

Può non risultare esattissimo il calcolo del TFR perch_ esso viene fatto a fine carriera sulla base di parametri soggetti a variazione.

Come abbiamo calcolato le ore effettivamente lavorate?
Quelle teoriche pari a 2.088, meno quelle mediamente non lavorate così suddivise:
- ferie 173
- festività 72
- riduzione orario ed ex festività 104
- assemblee e permessi sindacali 12
- malattie, infortuni, maternità (6,5%) 73
- formazione, permessi 626 7

Nel conto della retribuzione annua siamo stati prudenti perché non abbiamo considerato il premio annuo che sussiste nelle aziende dove si fa contrattazione decentrata o altre voci minori quali la mensa.

Il conto sul lavoro straordinario è molto più semplice.
Le tre voci della retribuzione mensile:

- retribuzione gabellare 771,46
- indennit_ di contingenza 542,22
- E.D.R. 2,07

Totale retribuzione mensile 1.297,75

Questa cifra si fraziona per il divisore convenzionale che è 168

Se ne ricava l’importo 7,72 sul quale va applicata la maggiorazione per lavoro straordinario del 15% (fino alla 48° ora perché oltre è il 20%). Se ne ricava che

RETRIBUZIONE DI UN’ORA STRAORDINARIA 8,88

Su questo l’azienda paga oneri pari a 2,75. Quindi

costo orario del lavoro straordinario pari a euro 11,64.

Il lavoratore a sua volta pagherà all’Inps il 9,49% pari a 1,00 euro e di Irpef l’aliquota marginale del 27% pari a euro 2,13 ed una addizionale pari a 0,15, per un totale di Euro 3,28 . Quindi gli resteranno in tasca

NETTI euro 5,60 per ora straordinaria.

La retribuzione netta di un’ora straordinaria (euro 5,60) è esattamente il 60% di quella di un’ora di lavoro ordinario (euro 9,48).

Quindi anche nel corso degli anni passati la protesta delle aziende che lamentavano un eccesso di contributi sociali sul lavoro straordinario non aveva fondamento, in ragione del suo costo complessivo che era comunque inferiore a quello ordinario. La loro richiesta è stata comunque accolta e gli oneri sociali sono stati parificati.

Adesso fanno mostra della loro sensibilità al tema della retribuzione netta che rimarrebbe comunque inferiore anche se gli togliamo le tasse. Mi sembra ragionevole porre la questione che paghino per il lavoro straordinario almeno quanto il lavoro ordinario. Per i lavoratori sarebbe un progresso pagare sullo straordinario l’equivalente dell’aliquota media e questo sarebbe un bel risparmio per lo Stato alla luce delle proposte che sono adesso in circolazione.

Perché i sindacati non sollevano la questione? Perch_ temono che si toglierebbe qualsiasi freno alla disponibilità dei lavoratori a lavorare oltre l’orario normale. Però, non ho mai visto situazioni dove si facciano ore straordinarie se non ce n’è l’esigenza e la convenienza per l’impresa. Se ne aumentasse il costo la convenienza sarebbe ridotta.

Differente può essere il discorso per i dipendenti pubblici per i quali in passato è esistita la consuetudine di attribuire ai lavoratori quote di straordinario che non venivano in realtà lavorate come maniera per mascherare aumenti della retribuzione. Ma ho l’impressione che questo sistema sia stato superato nella grande parte delle amministrazioni.

Mi sembra comunque un bene chiarire la realtà dei conti.

NOTIZIE DALL'ARGENTINA

Da più di una settimana, la Società di Resistenza Lavori Vari della Capitale Federale (aderente alla FORA) è in conflitto con il ristorante "La Pérgola", contando tre aderenti all'organizzazione tra i dipendenti.

A partire da uno sciopero a sorpresa lo scorso fine settimana, il proprietario, ALDO MARASCO, ha pagato parzialmente gli stipendi dovuti ma ha proceduto al licenziamento di 8 lavoratori durante la settimana, il che ci obbliga a proseguire a oltranza con le nostre misure fino all'ottenimento della RIASSUNZIONE dei lavoratori, la FINE DELLE PRESSIONI SUL LUOGO DI LAVORO e la REGOLARIZZAZIONE di tutti i dipendenti.

Sarà una lotta dura e proprio per questo chiediamo la solidarietà di tutti i compagni dell'AIT.

Questo datore di lavoro sta usando l'intimidazione nei confronti dei lavoratori, pagando persone appositamente per tormentarli e fare continue pressioni su di loro.

Aggiungiamo un messaggio di protesta che potete inviare a Aldo Marasco via fax, e-mail o posta ordinaria. Non dovete fare altro che mettere l'intestazione della vostra organizzazione nella parte superiore e cambiare il nome della stessa nella parte inferiore.

Fax: 005411-4632-1060 (Chiedere segnale fax)
E-mail: restolapergola@fibertel.com.arPosta ordinaria: Aldo Marasco, Avenida AVELLANEDA 1899, barrio de flores, Capital Federal, Argentina.

Vi ringraziamo molto per la solidarietà

Per la Sociedad de Resistencia Oficios Varios de Capital Federal (Società di Resistenza Lavori Vari della Capitale Federale)
aderente alla FORA

Facundo Macias, Tesoriere

SATA: MA QUALE DROGA!

Mercoledì 04 Giugno 2008 21:20
Intervengo con ritardo, con giustificato motivo, sull’allarme droga alla Fiat-SATA di Melfi lanciato da un articolo del quotidiano “il Manifesto” del mese scorso, ritenendo grave quanto successo ed ancora più grave il silenzio che è calato sulla vicenda dopo la tiepida smentita della Fiom .
Un anonimo Delegato, dichiaratosi della Fiom, ha raccontato ad un giornalista dell’autorevole Manifesto che alla SATA “impazza la cocaina” , che “gli operai si fanno durante le pause” e che “le canne se le fanno direttamente sulla UTE” .
Alla domanda : “qual è la percentuale dei cocainomani” ? La risposta è stata “uno su due” .
Che il giornalista abbia tentato di fare uno scupper è scontato, che il giornale abbia preso un abbaglio è anche dimostrato dalla fine improvvisa dell’inchiesta che annunciava altre puntate e che l’intervistato sia un incallito consumatore che conosce bene i meandri del losco ambiente si capisce , ma quello che non è chiaro, o le è fin troppo, è perché il giornalista Loris Campetti ( non nuovo ed addetto a seguire l’attività dei sindacati operai ) non ha verificato prima di pubblicare e perché non ha chiesto soprattutto all’organizzazione di cui il Delegato si è dichiarato di appartenere ?
Ma c’è da chiedersi soprattutto perché questo Delegato ha sentito il bisogno di “sfogarsi” e di gonfiare questo dato, in modo inverosimile ? Come incuriosisce sapere chi ha messo fra loro, in contatto i due ?
A chi conviene che i supersfruttati lavoratori di Melfi passino per cocainomani ?
I nostri operai dicono che il fenomeno esiste ma che è nelle proporzioni esistenti nella società se non in percentuali inferiori e che la stragrande maggioranza degli assuntori di stupefacenti usano droghe leggere e saltuariamente e chiunque conosce la realtà operaia di Melfi sa che questo è vero .
Chi fa uso di droghe, nega di farlo ma questo Delegato si vanta ed esagera a dismisura . Perché ?
Dice che la metà dei lavoratori, che ha problemi ad arrivare alla fine del mese, non fuma spinelli ma consuma la droga dei ricchi, che se uno non è ricco di famiglia non gli basta l’intero salario e se è ricco di suo non farebbe certo l’operaio .
A questo episodio, che viene sottovalutato, il nostro Sindacato ha dedicato una riunione e si è convinto che quanto accaduto ha una regia ed uno scopo ben preciso, contro i lavoratori .
La Fiat ha eletto Melfi a proprio laboratorio, ove sperimenta l’abbattimento dei diritti conquistati e forme subdole di intensificazione dello sfruttamento, puntando a prevenire altre proteste clamorose contro un sistema di produzione insopportabile e tentare di sconfiggere il Sindacato e l’intera classe operaia italiana .
Nei primi anni ha cercato di far passare gli operai come fannulloni, di recente come terroristi (a proposito, e l’inchiesta sui novelli brigatisti ? ) ed ora addirittura come una massa di drogati .
La Fiat vuole screditare i lavoratori e fargli perdere il sostegno dell’opinione pubblica che è sempre necessario e che durante la lotta dei 21 giorni fu fondamentale e perciò Alternativa Sindacale ritiene che il silenzio assordante che c’è stato su questo falso allarme cocaina, è veramente preoccupante .
Erano necessarie giuste reazioni e vere discussioni .
Chi ha la maggioranza della RSU e firma accordi separati come la Cisl e la Uil , ha ritenuto di ignorare questo grave accaduto, sicuramente per non dispiacere una Direzione aziendale che infligge Provvedimenti Disciplinari anche se uno sgranocchia un panino di nascosto mentre lavora ma consentirebbe che le UTE si siano trasformate in fumerie .
La Fiom ha fatto bene a smentire, ma sbaglia a non scovare il responsabile, che ha parlato a nome di terzi, e non lo caccia a pedate .
In ultimo il quotidiano “il Manifesto” dovrebbe chiedere scusa ai metalmeccanici di Melfi .

Melfi 04. 06. 2008 Vito Fernando ROSA

martedì 3 giugno 2008

LA DEMAGOGIA AL POTERE: STRAORDINARI,ICI,MUTUI

E' arrivata, puntuale, la prima raffica di provvedimenti "salva-Italia" del governo Berlusconi. Riunito simbolicamente a Napoli, il governo ha prodotto decreti e disegni di legge su alcune delle questioni che erano state al centro della campagna elettorale.
Si sono occupati della detassazione degli straordinari, dell'ICI, dei mutui bancari, della sicurezza e di altro.
La detassazione degli straordinari è centrale nella strategia governativa in merito alle relazioni industriali e come efficacemente sintetizza un articolista de «Il Sole - 24 ore»: "Se doveva essere il modo di rimediare al problema dei bassi salari, avrà probabilmente un'efficacia paragonabile a quella di un'aspirina per curare il cancro". Infatti la difesa dei salari non c'entra nulla. Si tratta di una forte misura di sostegno alle imprese che, per le sue conseguenze, impatterà sull'organizzazione e il rapporto di lavoro.
Vediamo in dettaglio il provvedimento: gli straordinari (e i premi di produttività) saranno d'ora in poi tassati con un'aliquota del 10% (invece dell'aliquota attuale che è progressiva e dunque incide di più sull'ora di straordinario che su quella di lavoro ordinario e che comunque è maggiore, sicuramente superiore al 30%). Il provvedimento inoltre riguarderà solo lavoratori con un reddito lordo annuo non superiore ai 30.000 euro (e superiore agli 8.000 euro), esclude i dipendenti pubblici e avrà una durata, di sperimentazione, di sei mesi.
Nella sostanza l'aumento ipotetico del salario è: legato esclusivamente alla parte variabile del salario (extra-lavoro o aumento di produttività); limitato ad una parte dei lavoratori; più consistente per la fascia medio-alta dei salari (quelli dai 27.500 ai 30.000 euro annui).
Questa misura che è pro-ciclica (cioè funziona solo quando l'economia va bene e non quando è debole), favorisce la produttività pro-capite, ma non ha nessun effetto su quella oraria. In "obsoleti" termini marxisti: l'aumento dell'orario di lavoro (perché di questo si tratta) determina un'aumento del plusvalore assoluto ma non di quello relativo.
L'interesse della Confindustria deriva tuttavia dal fatto - poco considerato - che un'ora di straordinario costa all'azienda molto meno di un'ora di lavoro normale, e anche il lavoratore percepisce di meno. E' stato calcolato che nel caso, ad esempio, di un lavoratore di IV livello, settore Commercio, il costo per l'azienda di un'ora di lavoro ordinario sia di 16,15 euro mentre quello di un'ora di lavoro straordinario solo di 11,64 euro. Per il lavoratore la retribuzione netta di un'ora di lavoro ordinario è 9,48 euro, mentre quella di un'ora di lavoro straordinario 5,60 euro. L'azienda dunque risparmia (incrementando gli straordinari) il 28% su ogni ora di lavoro, mentre il dipendente percepisce il 41% in meno rispetto alla retribuzione oraria normale.
Se, quindi, viene agevolato l'utilizzo del lavoro straordinario (defiscalizzando la sua retribuzione), si capisce quale bel regalo sia stato fatto alla Marcegaglia e ai suoi compari.
Ultime e non meno importanti implicazioni del provvedimento sono, evidentemente: l'aumento della flessibilità del lavoro; la disincentivazione a nuove assunzioni; l'aumento di importanza del salario variabile rispetto a quello fisso.
Se i primi due punti non richiedono spiegazioni, sul terzo è bene soffermarsi per illustrarne alcune implicazioni. E' chiaro che le voci del salario variabile (appunto straordinari e premi di produttività) sono oggetto di contrattazione a livello aziendale, sia per quanto riguarda la gestione (dei primi) che l'entità (dei secondi). Siamo quindi di fronte ad un potente strumento per svuotare di contenuti la contrattazione di primo livello (nazionale categoriale) a favore di quella di secondo livello (aziendale locale), che è proprio quello che a gran voce stanno chiedendo gli industriali da tempo, con l'appoggio delle forze politiche e il sostanziale placet dei sindacati confederali, preoccupati ormai solo di ottenere il monopolio della rappresentanza.
Veniamo ora all'abrogazione dell'ICI, già cavallo di battaglia di Berlusconi.
Due le considerazioni che si impongono:
- la prima è che il provvedimento non riguarda gli strati più disagiati della popolazione, alle prese con ben altri problemi (dagli affitti da strozzinaggio alla ricerca affannosa di un'abitazione) e che comunque pur escludendo seconde case, ville e abitazioni di lusso si basa su vecchie registrazioni catastali, che sottostimano la categoria delle abitazioni e che, spesso, non tengono conto della trasformazione di una vecchia bicocca in un appartamento di lusso o di quella di un casolare in una villa;
- la seconda è che gli stimati 2,2 miliardi di euro necessari a finanziare questo provvedimento (così come i 400 milioni di euro previsti come costo per la detassazione degli straordinari), per compensare le amministrazioni comunali private dell'entrata ICI, saranno drenati dalla riforma della pubblica amministrazione. E come? Siccome sappiamo che nel linguaggio del governo riforma vuol dire taglio, o con la perdita di servizi oppure bloccando i futuri rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici.
Insomma un bel specchietto per allodole dietro il quale si nasconde una tagliola.
Ma passiamo ora all'ultima pensata del genietto Tremonti: l'accordo con le banche per la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile e la loro trasformazione a tasso fisso, bloccandoli al 2006.
E' noto che i mutui a tasso variabile hanno riscosso in passato grande successo, sono stati contratti da 3,2 milioni di famiglie su un totale di 3,5 milioni di contraenti (il 91%). E' altresì noto che l'andamento dell'economia e l'inflazione negli ultimi hanno portato le rate di rimborso mensili a livelli insostenibili per molte famiglie. L'accordo prevede, è vero, la rinegoziazione a tasso fisso, riportando il livello della rata a quello del 2006, ma prevede anche che la differenza tra la rata teorica (determinata dal tasso d'interesse crescente per l'inflazione) e quella bloccata a livello 2006 vada a costituire un altro debito che il contraente pagherà (sempre ratealmente, con un opportuno tasso d'interesse passivo) all'estinzione del mutuo. Insomma le banche non perdono un euro, mentre gli indebitati avranno sì un attimo di respiro, ma al prezzo di continuare a pagare per molto più tempo di quello previsto.
E dire che Tremonti in campagna elettorale tuonava contro lo strapotere delle banche e degli istituti finanziari ed ora dispensa favori agli amici banchieri...
Che cosa rimane da dire? Dell'opposizione "responsabile e costruttiva" del partito democratico ben poco. Non c'è, anche perché se avessero vinto le elezioni avrebbero fatto qualcosa di simile. Dei sindacati di Stato abbiamo già detto e del loro assenso di fatto: è in vista un "responsabile scambio" (ovvero un infame baratto) tra il monopolio della rappresentanza (che tagli fuori il fastidioso sindacalismo conflittuale) e qualunque boccone amaro Confindustria e Governo decidano di far inghiottire ai lavoratori.
E bocconi amari sembra che vogliano farcene ingoiare anche molti altri: dalla militarizzazione del territorio, all'ulteriore inasprimento delle misure repressive, alla costruzione di centrali nucleari e chi più ne ha, più ne metta.
L'unica via per uscire da questo stato di cose è riprendere le lotte e continuare mobilitarsi su obiettivi chiari e inequivocabili. I nostri sono:

- Per la cancellazione dell'accordo del 23 luglio 2007
- Contro lo smantellamento della contrattazione nazionale
- Per l'aumento generalizzato di salari e pensioni
- Per la difesa dell'ambiente e dei beni e servizi primari (sanità, istruzione e cultura, casa, telecomunicazioni, trasporti, risorse energetiche, acqua, alimenti genuini) affinché ne sia garantita a tutti l'accessibilità
- Per l'eliminazione del lavoro precario
- Per la sicurezza sul lavoro affidata al controllo diretto ed esclusivo dei lavoratori
- Per il rispetto della dignità dei lavoratori migranti e la loro totale equiparazione a quelli italiani
- Per l'eliminazione delle spese militari, il rientro delle truppe italiane all'estero, la chiusura delle basi
- Contro l'ingerenza e l'oscurantismo clericale e per la difesa delle libertà civili

SULLA DETASSAZIONE

La detassazione varata dal governo viene presentata come un rimedio al problema dei bassi salari, ma i conti parlano chiaro: la retribuzione netta di un’ora straordinaria è esattamente il 60% di quella di un’ora di lavoro ordinario. E anche il costo per l'azienda _ minore in proporzione. Perché non si chiede che vengano almeno pagate nello stesso modo?
Aldo Amoretti
E’ tempo di molti interventi a proposito di lavoro straordinario. Da molte parti viene sollecitata una misura di detassazione di modo che il povero Cipputi disponibile a lavorare oltre il normale si trovi un poco di soldini in più dentro la busta paga di ogni mese. Per taluni questa sarebbe la soluzione brillante al problema dei bassi salari. Le risposte di chi è contrario, specie dal fronte sindacale, sono imbarazzate.

E’ sorprendente che non si tiri fuori un argomento che io trovo importante e che è la ragione principale per la quale le imprese sollecitano tale soluzione: il lavoro straordinario paga meno e costa meno di quello ordinario. Quindi per le aziende c’è una convenienza doppia: è una flessibilità in più a minor costo. Più bello di così!

Molti restano stupefatti e scettici rispetto a questa affermazione perché è molto diffusa l’opinione contraria. Allora abbiamo fatto un po’ di conti su una situazione-tipo. Abbiamo preso come esempio il contratto del commercio assumendo il caso del quarto livello, cioè una figura centrale quale l’addetto/a alle vendite.

I conti del lavoro ordinario si fanno individuando la retribuzione annua come segue:

- retribuzione gabellare 9.257,52
- indennità di contingenza 6.290,64
- E.D.R. 24,84
- festività non godute (due) 99,83
- tredicesima mensilità 1.297,75
- quattordicesima mensilità 1.297,75
- trattamento di fine rapporto 1.353,21
- rivalutazione TFR (media 3 anni) 128,06
- fondo sanitario integrativo 120,00
- fondo previdenza complementare 283,16

TOTALE RETRIBUZIONE ANNUA 20.152,76

Diviso 1.639 ore lavorate nell’anno

RETRIBUZIONE DI UN’ORA ORDINARIA 12,34

Su questo importo l’azienda paga oneri sociali Inps e Inail per un importo di euro 3,81. Quindi un

costo orario del lavoro ordinario pari a euro 16,15

Il lavoratore, ipotizzando un monoreddito senza carichi familiari, pagherà un importo Irpef medio di euro 1,72 e subirà trattenute previdenziali per un importo medio di euro 1,14 , e quindi gli resteranno in tasca

NETTI euro 9,48 per ora ordinaria.

Può non risultare esattissimo il calcolo del TFR perch_ esso viene fatto a fine carriera sulla base di parametri soggetti a variazione.

Come abbiamo calcolato le ore effettivamente lavorate?
Quelle teoriche pari a 2.088, meno quelle mediamente non lavorate così suddivise:
- ferie 173
- festività 72
- riduzione orario ed ex festività 104
- assemblee e permessi sindacali 12
- malattie, infortuni, maternità (6,5%) 73
- formazione, permessi 626 7

Nel conto della retribuzione annua siamo stati prudenti perché non abbiamo considerato il premio annuo che sussiste nelle aziende dove si fa contrattazione decentrata o altre voci minori quali la mensa.

Il conto sul lavoro straordinario è molto più semplice.
Le tre voci della retribuzione mensile:

- retribuzione gabellare 771,46
- indennit_ di contingenza 542,22
- E.D.R. 2,07

Totale retribuzione mensile 1.297,75

Questa cifra si fraziona per il divisore convenzionale che è 168

Se ne ricava l’importo 7,72 sul quale va applicata la maggiorazione per lavoro straordinario del 15% (fino alla 48° ora perché oltre è il 20%). Se ne ricava che

RETRIBUZIONE DI UN’ORA STRAORDINARIA 8,88

Su questo l’azienda paga oneri pari a 2,75. Quindi

costo orario del lavoro straordinario pari a euro 11,64.

Il lavoratore a sua volta pagherà all’Inps il 9,49% pari a 1,00 euro e di Irpef l’aliquota marginale del 27% pari a euro 2,13 ed una addizionale pari a 0,15, per un totale di Euro 3,28 . Quindi gli resteranno in tasca

NETTI euro 5,60 per ora straordinaria.

La retribuzione netta di un’ora straordinaria (euro 5,60) è esattamente il 60% di quella di un’ora di lavoro ordinario (euro 9,48).

Quindi anche nel corso degli anni passati la protesta delle aziende che lamentavano un eccesso di contributi sociali sul lavoro straordinario non aveva fondamento, in ragione del suo costo complessivo che era comunque inferiore a quello ordinario. La loro richiesta è stata comunque accolta e gli oneri sociali sono stati parificati.

Adesso fanno mostra della loro sensibilità al tema della retribuzione netta che rimarrebbe comunque inferiore anche se gli togliamo le tasse. Mi sembra ragionevole porre la questione che paghino per il lavoro straordinario almeno quanto il lavoro ordinario. Per i lavoratori sarebbe un progresso pagare sullo straordinario l’equivalente dell’aliquota media e questo sarebbe un bel risparmio per lo Stato alla luce delle proposte che sono adesso in circolazione.

Perché i sindacati non sollevano la questione? Perch_ temono che si toglierebbe qualsiasi freno alla disponibilità dei lavoratori a lavorare oltre l’orario normale. Però, non ho mai visto situazioni dove si facciano ore straordinarie se non ce n’è l’esigenza e la convenienza per l’impresa. Se ne aumentasse il costo la convenienza sarebbe ridotta.

Differente può essere il discorso per i dipendenti pubblici per i quali in passato è esistita la consuetudine di attribuire ai lavoratori quote di straordinario che non venivano in realtà lavorate come maniera per mascherare aumenti della retribuzione. Ma ho l’impressione che questo sistema sia stato superato nella grande parte delle amministrazioni.

Mi sembra comunque un bene chiarire la realtà dei conti.