Mercoledì 04 Giugno 2008 21:20
Intervengo con ritardo, con giustificato motivo, sull’allarme droga alla Fiat-SATA di Melfi lanciato da un articolo del quotidiano “il Manifesto” del mese scorso, ritenendo grave quanto successo ed ancora più grave il silenzio che è calato sulla vicenda dopo la tiepida smentita della Fiom .
Un anonimo Delegato, dichiaratosi della Fiom, ha raccontato ad un giornalista dell’autorevole Manifesto che alla SATA “impazza la cocaina” , che “gli operai si fanno durante le pause” e che “le canne se le fanno direttamente sulla UTE” .
Alla domanda : “qual è la percentuale dei cocainomani” ? La risposta è stata “uno su due” .
Che il giornalista abbia tentato di fare uno scupper è scontato, che il giornale abbia preso un abbaglio è anche dimostrato dalla fine improvvisa dell’inchiesta che annunciava altre puntate e che l’intervistato sia un incallito consumatore che conosce bene i meandri del losco ambiente si capisce , ma quello che non è chiaro, o le è fin troppo, è perché il giornalista Loris Campetti ( non nuovo ed addetto a seguire l’attività dei sindacati operai ) non ha verificato prima di pubblicare e perché non ha chiesto soprattutto all’organizzazione di cui il Delegato si è dichiarato di appartenere ?
Ma c’è da chiedersi soprattutto perché questo Delegato ha sentito il bisogno di “sfogarsi” e di gonfiare questo dato, in modo inverosimile ? Come incuriosisce sapere chi ha messo fra loro, in contatto i due ?
A chi conviene che i supersfruttati lavoratori di Melfi passino per cocainomani ?
I nostri operai dicono che il fenomeno esiste ma che è nelle proporzioni esistenti nella società se non in percentuali inferiori e che la stragrande maggioranza degli assuntori di stupefacenti usano droghe leggere e saltuariamente e chiunque conosce la realtà operaia di Melfi sa che questo è vero .
Chi fa uso di droghe, nega di farlo ma questo Delegato si vanta ed esagera a dismisura . Perché ?
Dice che la metà dei lavoratori, che ha problemi ad arrivare alla fine del mese, non fuma spinelli ma consuma la droga dei ricchi, che se uno non è ricco di famiglia non gli basta l’intero salario e se è ricco di suo non farebbe certo l’operaio .
A questo episodio, che viene sottovalutato, il nostro Sindacato ha dedicato una riunione e si è convinto che quanto accaduto ha una regia ed uno scopo ben preciso, contro i lavoratori .
La Fiat ha eletto Melfi a proprio laboratorio, ove sperimenta l’abbattimento dei diritti conquistati e forme subdole di intensificazione dello sfruttamento, puntando a prevenire altre proteste clamorose contro un sistema di produzione insopportabile e tentare di sconfiggere il Sindacato e l’intera classe operaia italiana .
Nei primi anni ha cercato di far passare gli operai come fannulloni, di recente come terroristi (a proposito, e l’inchiesta sui novelli brigatisti ? ) ed ora addirittura come una massa di drogati .
La Fiat vuole screditare i lavoratori e fargli perdere il sostegno dell’opinione pubblica che è sempre necessario e che durante la lotta dei 21 giorni fu fondamentale e perciò Alternativa Sindacale ritiene che il silenzio assordante che c’è stato su questo falso allarme cocaina, è veramente preoccupante .
Erano necessarie giuste reazioni e vere discussioni .
Chi ha la maggioranza della RSU e firma accordi separati come la Cisl e la Uil , ha ritenuto di ignorare questo grave accaduto, sicuramente per non dispiacere una Direzione aziendale che infligge Provvedimenti Disciplinari anche se uno sgranocchia un panino di nascosto mentre lavora ma consentirebbe che le UTE si siano trasformate in fumerie .
La Fiom ha fatto bene a smentire, ma sbaglia a non scovare il responsabile, che ha parlato a nome di terzi, e non lo caccia a pedate .
In ultimo il quotidiano “il Manifesto” dovrebbe chiedere scusa ai metalmeccanici di Melfi .
Melfi 04. 06. 2008 Vito Fernando ROSA
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