giovedì 14 febbraio 2008

MORTI DA LAVORO: L'ITALIA NEL GUINNESS DEI PRIMATI

la media nnua delle morti sul lavoro è di circa un migliaio. 1280 nel 2006 per la precisione.
più di 100 morti al mese, più di tre morti al giorno.
ma le cifre vere, quelle più attendibili, si pubblicano in itlai sempre con due anni di distanza, quando sono vecchie e non fanno più impressione.
cifre vere per modo di dire, perchè c'è sempre una percentuale di morti ( e migliaia di nifortuni medi e/o gravi) non riconosciuti, come ad esempio quelli in itinere per raggiungere il posto di lavoro.
c'è una nuova legge da poco varata che dovrebbe avere la volontà di arginare il fenomeno dopo un intercalare nei media di molte grida di allarme per le cifre in ascesa.
ma basta una legge che ha tempi biblici per la sua attuazione e che attribuisce ai soli subappalti delle ditte la responsabilità di questo eccidio?!
le morti sono agghiaccianti, sono lì e ci dicono che in italia, come in tutto il mondo, la pagnotta per i lavoratori rimane amara.
basta una legge quando i padroni si avvalgono della complicità dei lavoratori stessi per occultare il rischio mortale del lavoro? per molti di noi lavorare significa vivere. senza lavoro non sarebbe possibile. allora tanto vale farlo rischiando la vita.
la 626 è un triste esmpio di legge inapplicabile. gioca solo a trovare i responsabili, coloro che, nell'eventualità di un ricorso legale( che un povero cristo non può, quasi mai, permettersi di fare) vengano additati- ad infortunio avvenuto- come inadempienti. il suo obbiettivo non è la sicurezza, ma il gioco burocratico di ruolo.
che importa ai padroni e alloo stato se gli infortuni non diminuiscono? l'importante è trovare un colpevole. punto.
che importa se le mamme comprano ai loro giovani figli l'attrezzatura antinfortunistica( per lavoro edile) perchè il padrone li assume subito ( quanto è buono...) in " attesa che arrivi"?!che importa se il lavoratore firma spesso liberatorie per il datore in caso di infortunio?
che importa morire, se le leggi ci sono?
nel nostro paese vige il primato della legge( quando fa comodo) sulle vite delle persone e un infortunio non è mai considerato un omicidio.
anzi ci sono dei casi, sempre più frequenti, in cui il lavoratore infortunato ( se sopravvive), viene ritenuto responsabile intenzionale del proprio danno.

TORINO:UN SEGNALE

da torino doveva partire un segnale forte da chi non si è arreso alla logica della società determinata dal conseguimento dle profitto, a tutti i costi: i costi per chi muore sul lavoro e di lavoro come a torino e come avviene quasi quotidianamente nella nostra provincia.
dove eravamo? cosa hanno fatto CUB,COBAS,UNICOBAS,SDL E USI, insomma i sindacati di base, di fronte al tentativo di CGIL,CISL UIL di minimizzare i danni per i padroni scongiurando lo sciopero generale, indicendone uno soltanto per i metalmeccanici?
di quanti morti abbiamo ed hanno bisogno per proclamare lo sciopero generale?!
sette morti non bastano? è questo il livello etico del sindacato?
e poi dov'erano i lavoratori con la loro dignità: tutti a lavorare! è possibile che è venuta a mancare quell'azione diretta che deve ignudare il re e i suoi scagnozzi.penso che abbiamo perso una grande occasione d'aggregazione, vorrei dire di rivolta.
perchè di fronte alle stragi perpetuate da queste classi di delinquenti che sono al potere e che purtroppo sono riuscite a fare dell'altro potere mediatico anche su questa strage.
hanno partecipato ai funerali blaterando parole di solidarietà? cos'è la loro solidarietà? tenere le masse soggiogate dai loro ingordi bisogni fatti passare per esigenze della collettività.
ma vergogna anche per chi li ha accettati. schifosi sono riusciti perfino a farci vedere, in televisione, il natale in casa di uno degli operai uccisi, con una sua foto, con i suoi figli di pochi anni e mesi.
" aveva un contratto a tempo determinato, aveva paura di perdere il lavoro, ha perso la vita."questa è la legge biagi! questo è il caporalato legalizzato! queste sono le condizioni del profitto! i padroni, i loro questuanti politici hanno un solo obbiettivo: quello di porre gli sfruttati con le spalle al muro, con una pistola in bocca, possibilmente in modo democratico, tanto è vero che l'estrema sinistra , comodamente seduta sulle poltrone del governo, di questo governo è complice di leggi e disposizioni che farebbero rabbrividire molti dei morti di genova e di reggio emilia, molti dei morti scesi contro la legge truffa, contro scelba e tromboni.
e con loro tutti quelli che scesero in piazza senza coperture politiche , contro il potere mafioso e fascista dei democristiani che, insieme al consumato potere degli stalinisti socialdemocratizzati, è una delle basi del partito democratico.
tutto legale oggi, tutto legale e democratico.
ma non voglio affatto parlare di questi miseri, sinistri individui. voglio urlare l'angoscia di fronte alla strage di torino.
voglio urlare la rabbia per la strage continua di lavoratori, voluta da tutto l'apparato di potere di questa perversa società.
come ci possono ancora far bere che questa è la migliore società possibile, com'è che la coscienza di chi è sfruttato selvaggemente, schiacciati nei nostri diritti elementari, costretti a mettere in gioco e perdere la vita per pochi euro, gli va dietro?
accetta le loro condizioni, che sono le coperture per i loro affari ed i loro privilegi.
più creano le condizioni di sruttamento più possono autolaimentarsi di numero, di privilegi e di qualità.
crescono in tutti i rivoli del potere di complicità di questa società sempre più basata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, sulla donna e sulla natura.
gli operai di torino erano costretti a turni massacranti, giornate lavorative che si protraevano secondo le esigenze della produzione.
l'italia, si sa, è stato decantato , è la principale artefice della moratoria sulla pena di morte.
e i morti sul lavoro e di lavoro?!! sono delle condanne a morte, decretate nei consigli di amministrazione, dcretate in borsa, nelle leggi inapplicabili della sicurezza sul lavoro, decretate dai padroni che sanno di essere impuniti.
abbiamo mai visto qualche padrone condannato?!! a memoria di uomo, mai. sanzioni amministrative, quando va male.
ma anche quelle con parsimonia, perchè non si può fermare la produzione, il made in italy. cosa potevano opporre gli operai di torino contro le mostruosità che garantiscono qualsiasi azione ai padroni? cosa possono opporre tutti i giovani sottopagati, con i falsi contratti di lavoro, quali contratti? quali lavori? ricatti, ricatti, sfruttamento senza alcun limite.
tutto coperto dall'omertà collusa fra padroni, sindacati, politici e stato.
e dov'è la difesa della vita? quelle anime nere che difendono la vita dell'embrione zittiscono di fronte a questi deliberati assassini.
ci mangiano tutti e bene. le loro regole per noi, per i precari di questa vita sono: lavoro, sfruttamento, inquinamento, carceri, morte, tumori, menomazioni, manicomi, privazioni , menti soggiogate dalla religione e dallo spettacolo dominante.
era ed è necessario uno sciopero generale, fregandosi, alla grande, delle leggi sullo sciopero.
le loro leggi sono fatte per imprigionarci. il nostro compito è di rifiutarle, di scardinarle.
lo sciopero generale era dovuto contro tutto quello che sta accadendo, contro questo sfruttamento totalizzante, contro questa socialdemocrazia anche peggiorata, contro questo sistema sempre più di capitani d'industria, boiardi di stato, parassiti milionari e precari sfruttati, ammazzati. le rivolte si fanno succedere, non si aspettano nè si invocano.

tratto da "lotta di classe"


GRAVE ATTENTATO ALLA LIBERTA' DI SCIOPERO

i dipendenti del call center della VAS EUROPE, con sede in via de amicis 28 a milano, ( addetti alle prenotazioni internazionali settore alberghiero), avendo risposto con 14 giorni di sciopero, dal 14 al 28 dicembre 2007, al licenziamento di 4 colleghi, sono stati chiamati in causa dalla direzione aziendale per "risarcimento danni".
la prima udienza ha avuto luogo martedì 22 gennaio 2008 al tribunale di milano sezione lavoro.
invitiamo i lavoratori anche di altre aziende a solidarizzare contro questo grave attentato padronale contro la libertà di sciopero con la loro presenza e inviano messaggi di solidarietà attiva.

gli indirizzi disponibili sono: quello postale (VAS EUROPE, via de amicis 28, milano)a mezzo la delegata sindacale rossella maffi a melarossa78@hotmail.com

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE DEL LAVORO

non si era ancora spento l'eco della tragedia della thissenkrupp, la rabbia e il cordoglio per i sette lavoratori morti bruciati, che una nuova tragedia, quella di marghera, ha riproposto crudamente la questione degli omicidi bianchi e degli incidenti sul lavoro.
le morti e le stragi sul lavoro sono un attributo strutturale di questo processo produttivo.
sono implicite e scontate. sono il prezzo da pagare alla logica del profitto. non è possibile immaginare lavoro "pulito" in una concezione delle attività produttive esasperata e malsana, dove il lavoratore è semplicemente un attrezzo o, al massimo, un macchinario un po' più complesso, del quale ci si prende cura solo nei termini di utilizzo spinto ad esaurimento (o alla rottura), convenienza e facilità di rimpiazzo.
marghera e la catena continua di incidenti mortali sul lavoro che si sono susseguiti, ci danno, purtroppo, ragione.
una bombola d'ossigeno vuota, un estintore scarico sono la metafora di questa situazione: contenitori vuoti esposti per abbellire una realtà cruda e devastante.
così come contenitori vuoti sono le leggi sulla sicurezza, i delegati che se ne dovrebbero occupare: inapplicabili le prime, impotenti (nel migliore dei casi) le seconde.semplici coperture alle condizioni impossibili in cui, molto spesso, si svolge il lavoro salariato nella società del profitto ad ogni costo.
così come un contenitore che si sta svuotando è quello della contrattazione collettiva di categoria.
l'ultima dimostrazione ne è la conclusione del contratto dei metalmeccanici: una manciata di euro (127 lordi) a fronte di una lotta durata mesi e mesi.
non è certo una gran cifra, considerando la perdita del potere d'acquisto del salario negli ultimi anni e il fatto che al netto diventeranno circa 90 euro. il problema sta nel fatto che questa cifra non corrisponde alla realtà.
i 127 euro, infatti, sono destinati ai lavoratori di quinto livello mentre la figura più numerosa è l'operaio di terzo livello che avrà 109 euro lordi e a regime.
infatti gli aumenti sono scaglionati: meno della metà è stato corrisposto a gennaio 2008 e circa un quarto rispettivamente a gennaio ed a settembre 2009. ma non basta, il padronato copre i 9 mesi di vacanza contrattuale del 2007 solo con una tantum di 267 euro ( che valgono una trentina di euro al mese a fronte di salari defalcati dagli scioperi), questa volta eguale per tutti, e, sopratutto, ottiene un prolungamento della validità del contratto da 24 a 30 mesi.
ma, aldilà dei miseri risultati raggiunti e nonostante la forte mobilitazione dei lavoratori, il percorso è chiaro: svuotare la contrattazione collettiva nazionale di ogni forza e di ogni significato a favore di contrattazioni aziendali, frammentando ulteriormente il residuo potere rivendicativo della classe operaia, separando le sorti dei settori più forti da quelli più deboli, indebolendone in definitiva ancora la solidarietà.
il terzo contenitore, sempre più vuoto, è la "mitica e combattiva"FIOM,che soggiace sempre più (ma c'erano dubbi?) agli ukaze confederali, alle mediazioni politiche e all'arroganza confindustriale.
risulta che questo pessimo contratto ( che tra l'altro contempla l'aumento dello straordinario consentito ed elude il problema del precariato) sia stato approvato dal comitato centrale della fiom con 103 sì,12 no e 5 astenuti.
ci chiediamo allora, che cosa è successo per portare la "ribelle"fiom che pochi mesi addietro si era spesa per il no nel corso del referendum sull'accordo sul welfare a parlare, per bocca del suo segretario generale, di "aspetti importanti e significativi , pur in presenza di elementi di sofferenza?"
è del tutto evidente che, dentro la cgil, si è lavorato con forza e determinazione a riportare a ragione i renitenti della fiom e che l'operazione è riuscita molto bene.
proprio nella vicenda del referendum sul welfare possiamo trovare i semi dell'attuale cedimento di Rinaldini e dei suoi. la fiom, infatti, aveva tentato di forzare su di un terreno politico generale avendo come sponda la sinistra dell'Unione e si era rotta le ossa proprio in questa vicenda perchè, nel mentre che denunciava che il referendum era truccato, ne accettava la dinamica e, soprattutto, le conseguenze.
chi non si ricorda, fra l'altro, la manifestazione del 20 ottobre 2007 che aveva visto decine di migliaia di lavoratori e di militanti chiedere all'unione di "applicare il proprio programma" , riempire i treni, pulmann e traghetti senza combinare nulla tranne che garantire consenso a pdci e prc?
chi non ricorda l'assenza del "fronte del no" che pure aveva promesso sfracelli nelle assemblee che hanno preparato il referendum, allo sciopero del sindacalismo di base del 9 novembre?
una lezione dunque per molte persone che ancora vagheggiano di una fiom e di una sinistra cgil combattive, pronte a tornare sul terreno dello scontro di classe, dovranno prima o poi accettare o trarne le conseguenze.
l'alternativa è di che- di sconfitta in sconfitta- tra i lavoratori prevalga la rassegnazione e il senso di ineluttabilità di una china discendente dentro la quale il movimento di classe è costretto da anni.
per parte nostra non ci stiamo e continuamo a pensare che si possa costruire un movimento autorganizzato di lavoratori conflittuale, che recuperi le sue radici di solidarietà reciproca nel mutuo appoggio vissuto in prima persona da noi lavoratori. non abbiamo timore di proclamare la nostra incompatibilità con questo sistema di sfruttamento e di morte sul lavoro nel lavoro.

tratto da "lotta di classe"