Sindacato e dirigenti sindacali
Il sindacato è un insieme di persone associate per trattare e risolvere i problemi che le accomunano; per difendere i comuni interessi. Quindi, il sindacato dei lavoratori è formato da tutti i prestatori d’opera alle dipendenze di un padrone e sono degli sfruttati. Quando in essi nasce la coscienza del proprio stato di servitù, lottano solidalmente per raggiungere lo scopo di liberarsi dalla catena del salario e di essere essi stessi i diretti beneficiari del frutto del proprio lavoro.
Il sindacato è una fraterna unione solidale legata da un sentimento umano di mutuo appoggio per tutti coloro che aspirano alla libertà.
Ma i padroni, per la difesa dei loro interessi particolari, hanno coltivato degli individui che, adducendo diversi argomenti politici, religiosi, corporativi ecc. , hanno spezzettato l’unità solidale degli sfruttati in tante conventicole, a volte in conflitto tra loro per le diverse impostazioni della lotta da parte dei vari dirigenti i quali-per aggregare più tesserati- millantano l’egemonia della propria “chiesa dei miracoli”. E con tale bugiarda pretesa hanno convinto i loro seguaci a guardare con diffidenza verso le proposte di altri raggruppamenti. Col cronicizzarsi di tante divisioni distintive, il sindacato ha perso la sua identità dello scopo fondamentale, che spinge tutti gli sfruttati a lottare per la loro emancipazione. Mentre, nell’attuale, gli aderenti alle varie e diverse aggregazioni pseudosindacali, aspettano le direttive del proprio segretario generale o del loro caporale di sezione, che spiegano come devono comportarsi nelle varie circostanze, senza che i relativi iscritti possano vagliare se ci sia concordanza con le altre indicazioni; senza constatare se l’esito della loro azione ha ottenuto soddisfazione alle richieste poste, e senza possibilità di intervento critico per eventuali azioni sbagliate o senza esito favorevole per i lavoratori dipendenti.
Il sindacato dei lavoratori, com’è stato inteso alla sua origine, è-deve essere- un’associazione di sfruttati, coscienti e responsabili, che prescindono e rispettano ogni opinione o tendenza religiosa, corporativa ecc., considerando che tutti gli associati devono mirare allo stesso scopo che è quello di liberarsi dallo sfruttamento padronale e dalla dipendenza economica, per trovare insieme, armonicamente, la soddisfazione di tutti i loro bisogni, individuali e sociali, con quanto possono ricavare dal proprio lavoro, autogestito.
La classe padronale è un avanzo di barbarie, che si perpetua sulla violenza fisica e morale della gente soggetta, ed è sostenuta da leggi acconce all’attuale sistema sociale ingiusto ed autoritario, difesa dalla classe servile dei politici e dei sindacalisti mestieranti, dai religiosi e dai corporativisti.
Tutti insieme hanno infranto l’unità sindacale dei lavoratori dipendenti per preservare i privilegi che anche questa triste genia gode per i servizi resi al padrone.
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